lunedì 12 dicembre 2011

IL GOVERNO DELLE IDEE al servizio dei lettori

Lettera del Direttore  
E’ uscito l’ultimo numero della rivista “Il Governo delle Idee” del 1982 , quasi trent’anni di vita del mensile fiorentino .
Trenta anni sono tanti per una pubblicazione : rappresentano la testimonianza concreta di un successo , la prova di un lungo tragitto percorso con i lettori e collaboratori , e  al loro  servizio .
“mensile di cultura , politica, economia” , c’è scritto  sotto la testata .
Da sempre ci siamo preoccupati soprattutto di farne una rivista di cultura politica .
Dopo anni di presenza nella società civile e nelle istituzioni locali , siamo sempre più convinti  che il terreno  autentico delle battaglie politiche e delle scelte economiche è il terreno, appunto , della cultura civile .
Una società libera , una democrazia  vivace , non può fare  a meno di strumenti  di pubblicazione
 ( riflessione)   che servono  a “ costruire “ la politica ; la buona politica , quella al servizio dei cittadini .
“ Il Governo delle Idee “ è certo di contribuire a svolgere questo compito ; naturalmente , non abbiamo la pretesa di svolgerlo in modo esclusivo , ma portando idee e cultura politica.
Per questo riteniamo utile e necessario abbonarsi al “ Il Governo delle Idee” .
L’abbonamento annuale costa solo euro 40,00 ( per dieci numeri)
Versamento al c/c postale n. 27734581 in favore dell’ Associazione Vivere Firenze

                                                                 Il Direttore
                                                               (Gianni Conti ) 

giovedì 24 novembre 2011

Firenze ,per essere una città magnifica .


Molto spesso si parla della città e dei suoi problemi prescindendo dal considerare coloro che la vivono ; di coloro che occupano lo spazio urbano , cioè i cittadini residenti .

Soprattutto nelle grandi e popolose città italiane , da tempo infatti, non è difficile osservare che l’impegno (stagione dei grandi sindaci di Firenze Fabiani e La Pira) per la costruzione di una Firenze a misura d’uomo ha lasciato il passo alla stanca gestione del quotidiano , all’evasione del cittadino senza più ragioni per costruire una città più vivibile , soprattutto nel centro storico e nelle periferie .

Non si può parlare della città , soprattutto di una città “ Patrimonio dell’umanità “, come di nessuna rilevanza umana, se non in quanto questo interessa gli uomini che la vivono?

Basta attraversare la storica piazza della Santissima Annunziata per rimanere di sasso!

Che dire delle piazze dove regna il caos sovrano : Le Cure, Dalmazia, La Stazione , ecc… Dovunque, senza nascondere le preoccupazioni suscitate dalla crisi politica del Paese, occorre dire che la vera questione morale è l’assenza totale di  risposte positive da parte dei rappresentanti della cosa pubblica.

Purtroppo la politica è in crisi perché in questi anni è andata perduta una cultura civile , che solo lei può dare le ragioni dell’impegno politico per riordinare la città e riportare la gioia di vivere nei cittadini.

Firenze , 24/11/2011            Gianni Conti

martedì 8 novembre 2011

RIFLESSIONI ESTIVE PAOLO GARUGLIERI

Siamo ormai a conclusione del periodo estivo e sotto l’ombrellone, si ricordano i tempi dei governi di centrosinistra che aspettavano che gli Italiani fossero sotto l’ombrellone per prendere decisioni impopolari, con la certezza che al ritorno dalle ferie vi sarebbe stata una minore attenzione, poi arrivarono gli “autunni caldi”, poi è arrivata anche la fine della Democrazia Cristiana e dei governi di centrosinistra. Si pensava che un’epoca fosse stata superata e invece ci troviamo di fronte agli stessi problemi di vent’anni fa: o il tempo non è passato o qualcuno ha barato!
Il tempo è sicuramente passato, allora non rimane che la seconda ipotesi.  Chi ha barato è facile da individuare: è chi per mantenere saldo il suo scranno ha nascosto la gravità della situazione, promettendo di ridurre le tasse,  di efficentare la pubblica amministrazione, di realizzare grandi operare pubbliche.
Questa Repubblica in diciotto anni non ha fatto un passi avanti. Uno esempio: la riforma fiscale del 1972 aveva un nodo centrale nel passaggio da un sistema di accertamento induttivo (sulla base di valutazioni soggettive da parte degli accertatori) a un sistema deduttivo, sulla base dei dati oggettivi dichiarati dal contribuente.  La riforma era considerata una evoluzione nell’imposizione fiscale. E’ ormai da qualche tempo che questo principio con le varie articolazioni del redditometro  introdotte,  è stato man mano disatteso. E’ invece notizia di questi giorni il ricorso a una altra forma di valutazione induttiva per sconfiggere l’evasione fiscale. Se l’accertamento deduttivo venne considerato come grande principio per il raggiungimento della equità fiscale, come dobbiamo considerare le fase opposta?
Il lavoro sommerso oltre a deprimere il Pil e quindi far lievitare il parametro dell’indebitamento, costituisce anche un minor gettito fiscale; anziché introdurre verifiche serie per cercare di recuperare l’IVA evasa, si parla di aumentare le aliquote, o cosa ancor più ridicola si è riesumata la vecchia ipotesi di far detrarre tutte le spese documentate dai redditi. Si tratta della solita misura propagandistica perché si sa bene che materialmente è impossibile un obiettivo del genere. Non farò una analisi dei punti di forza e di debolezza, lascio a ognuno che legge immaginarsi il ridicolo che l’attuazione di una simile proposta comporterebbe, l’ipotesi di conservare gli scontrini fiscali per aver diritto alla deduzione ha del ridicolo.
La soluzione è semplice e non si deve essere certo profondi studiosi del diritto tributario per capire come agire per eliminare l’evasione: è sufficiente uno Stato che faccia rispettare la Legge con la giusta serietà. Chi evade deve essere assoggettato a una pena equa per il fatto che ha compiuto, e l’evadere non è grave tanto per il fatto in se stesso, quando per il danno che arreca alla collettività: L’effetto del reato non è il mancato introito di una somma da parte dello Stato, ma il danno cagionato alla collettività. La sanzione per l’evasore, perciò, deve essere inflitta in funzione della gravità non del mancato pagamento ma del danno che il suo comportamento omissivo ha cagionato a tutti i cittadini, forzatamente privata di servizi collettivi.
In questi anni, dal dopo guerra a oggi, ci siamo comportati come se tutto fosse illimitato, le materia prime, la finanza, tutto era nelle nostre disponibilità, ci siamo sentiti padroni dell’universo, non abbiamo voluto accettare l’idea che vi fosse una linea oltre la quale c’è il vuoto. Così abbiamo, sconsideratamente, incrementato a dismisura la spesa pubblica, abbiamo favorito l’indebitamento delle famiglie e delle imprese ben oltre le possibilità, abbiamo volutamente ignorato i limiti dell’etica spostando la “dead line” ogni qualvolta non riuscivamo a rimanerne nel perimetro.
Ora è venuto il momento di cominciare a trarre i saldi e pagare i conti.
I primi segni della bufera si sono manifestati oltre oceano con un sistema creditizio in crisi, e l’intervento dello Stato che ha immesso liquidità gettando un’ancora di salvezza al sistema, ma a distanza di tre anni  il timore(fondato) è che la situazione potrebbe ripresentarsi, e questa volta l’America non potrà essere l’ancora di salvezza.
Ricordiamo che denaro pubblico è stato utilizzato per ripianare perdite prodotte da una gestione sconsiderata e senza limiti, le prime avvisaglie della crisi sono scaturite da un mercato immobiliare che non più supportato dalla illimitatezza delle  risorse ha dato segnali di cedimento. Il panico ha colpito il sistema finanziario più direttamente interessato da questo tipo di operazioni. Ma nell’ambito del sistema globale si tratta ancora di una piccola porzione di aziende.
Immaginiamoci, ma credo che la cosa possa andare al di là d ogni possibile e catastrofica immaginazione, se un problema analogo a quello del real estate colpisse il debito sovrano, ovvero la illiquidità di uno Stato non marginale, che avesse come conseguenza non una situazione di default vera e propria, ma anche solo una semplice ricontrattazione delle scadenze.
L’effetto non potrebbe essere altro che devastante non solo per il diretto ma anche per l’indotto. Gli investitori, fino a poco tempo fa, hanno considerato il debito sovrano come un investimento tranquillo, le agenzie di rating attribuivano al debito statale di regola il massimo livello di sicurezza, e sulla base di questi valori tutti hanno comprato. Quanto di questo debito è collocato all’interno della finanza proprietaria delle grandi istituzioni creditizie?  Sicuramente cifre inimmaginabili, se uno Stato titolare di debiti in misura significativa cadesse in default l’effetto domino sarebbe devastante. Queste considerazioni non giustificano però il tenere un atteggiamento di sufficienza come è stato fatto negli ultimi quattro decenni.
Il sistema finanziario/creditizio al di fuori e sopra  ogni regola si era spinto oltre ogni limite: la tutela del risparmiatore aveva lasciato il passo alla smodata sete di guadagni, in una stessa figura (l’istituzione creditizia) si sono concentrati i ruoli del garante (del risparmio)  e dell’investitore che agisce sul mercato per fini (di guadagno) propri. Per soddisfare il portatore del capitale che chiede di massimizzare il reddito del suo investimento.
Facile in questa situazione gettarsi in operazioni molto speculative, in grado di dare remunerazioni importanti;  in un mercato in crescita il risultato non poteva altro che essere positivo. Si è arrivati quindi a speculare non solo sulle materie ma anche sulle variazioni degli indici delle stesse. Operazioni meramente speculative il cui unico limite è dato solo dall’esistenza di una controparte disposta ad accettare un rischio di segno contrario.
Facciamo un esempio concreto, per rifarsi a un noto film. Il limite una speculazione su un succo di frutta sarà dato dalla quantità di prodotto di cui posso disporre, quindi l’investimento sarà correlato al costo del prodotto e il guadagno o la perdita saranno generati dalla forbice fra prezzo di acquisto e vendita. Se al contrario io posso giocare sulla variazione dell’indice in aumento o diminuzione l’unico limite sarà dato dalle disponibilità finanziarie che posso porre nell’operazione e da una controparte che accetta l’alea. Maggiori saranno i capitali di cui potrò disporre, maggiori le capacità di influenzare, secondo la basilare legge del mercato, l’andamento del prezzo. Attraverso un’operazione finanziaria sono in grado di incidere, condizionandolo, sul prezzo di una materia prima, pur rimanendo al di fuori del mercato diretto.
Anche a un conoscitore della materia balza evidente la distorsione di un prezzo non più legato solo alla domanda e all’offerta ma condizionato da una sottostante attività finanziaria. Motivo per il quale certi imprenditori anziché investire nell’azienda per favorirne lo sviluppo, hanno dirottato i fondi sulla finanza, con il miraggio di conseguire guadagni superiori, togliendo, allo stesso tempo, linfa vitale alla produzione.
Questo però è ancora l’aspetto più semplice, da avere come esempio, per comprendere certe dinamiche.
Il dogma di questi ultimi anni è stato la massimizzazione dei guadagni.
C’è da chiedersi se questa strada sia stata corretta e se chi doveva vigilare nell’interesse della collettività lo abbia fatto con adeguatezza. In apparenza la risposta non può essere positiva, almeno sulla scorta dei risultati che si stanno conseguendo. La speculazione ha guidato un po’ tutto, per un periodo non si è avuto altro interesse se non la rincorsa ai risultati, con la cosi detta ingegneria finanziaria si è creduto di costruire galassie infinite, in un delirio di onnipotenza si è concesso di operare come se la risorsa “denaro” fosse infinita. Gli esisti sono visibili a tutti: gli speculatori hanno trovato terreno fertile per i loro guadagni, e non sarà la Tobin tax, ipotizzata dell’asse franco-tedesco, a scoraggiargli o porre un freno.
Una delle roccaforti del nostro Governo è stata in recente passato, quando il debito pubblico di Irlanda a Grecia era sotto attacco da parte degli speculatori, di affermare che il debito pubblico italiano era al riparo dalla speculazione perché finanziato in prevalenza dagli stessi risparmiatori, con scarsissimo ricorso agli investitori internazionali.
Affermazione incauta ampiamente smentita da quanto sta accadendo. Il debito italiano pur avendo sulla base degli indici di rischio paese una stabilità maggiore di quello spagnolo è stato fatto oggetto di attacchi speculativi, che in parte sono stati bloccati dall’intervento della Banca Centrale Europea. Non è pensabile che il debito pubblico dell’Italia possa essere sostenuta dall’Europa come è stato fatto per Grecia e Irlanda e questo lo sanno bene anche gli speculatori, perciò quello che è accaduto deve essere letto come è un segnale (forte) che il Governo deve valutare attentamente per prendere le opportune contromisure.
Più che una situazione finanziaria preoccupante stiamo pagando lo scarso peso internazionale e un’insufficiente azione del Governo che, assorbito dalle leggi salva premier si è disinteressato delle questioni economiche fino al quando, aggredito da una speculazione selvaggia, ha dovuto forzatamente accorgersi di una situazione che stava precipitando; disinteressarsene, ignorando i segnali, come aveva fatto fino a quel momento, con messaggi a sfondo tranquillizzate, non era più possibile.
L’asse franco tedesco che si andava disegnando, in parte condizionato anche dalla necessità della Francia di rassicurare gli analisti sul debito pubblico interno, si è rafforzato e facendo leva proprio sulle questioni finanziarie ha estromesso l’Italia da qualsiasi decisione a livello europeo. Parlare di commissariamento, come è stato fatto, è improprio perché non sono state dettate regole specifiche sul cosa fare, ma certamente sono stati fissati obiettivi, che, peraltro, avrebbero dovuto essere nel mirino del Governo da qualche tempo, se non fosse stato assorbito in altre giudiziarie questioni. In conformità a questi “saldi” dovranno essere impostate le opportune manovre. In un’azienda si direbbe che sono stati fissati gli obiettivi di budget, alla struttura determinare le metodologie per conseguirli.
Facile applicare i tagli lineari alle spese dei ministeri, altrettanto facile mettere le mani in tasca ai contribuenti più esposti e prelevare, difficile è invece la strada dello sviluppo: allora il Governo ha scelto tagli inconsulti e tasse. Ma quando saranno decise misure serie per il rilancio delle imprese e lo sviluppo economico? Non è dato di conoscere i tempi, ma forse potrebbe essere necessario un sostanziale cambiamento.
Negli ultimi venti anni il debito pubblico è sempre cresciuto. Fu argomento di riflessione negativa, quando il governo Prodi, per accontentare un’estrema sinistra che ha sempre postulato l’aiuto di stato, parlava di tesoretto e lo dissipò in interventi a pioggia che non portarono a nulla di strutturalmente positivo; come è inconcepibile che non si sia fatto tesoro di dieci anni di tassi molto contenuti e quindi del conseguente risparmio in termini di interessi da corrispondere sul debito, per utilizzare le maggior somme per ridurlo.
Ora che tutti i nostri capisaldi sono venuti meno, cominciamo a chiederci se la strada percorsa è giusta. Ci siamo fidati e siamo rimasti scottati. Ma, al di la del momento del dolore occorre guardare al futuro, la storia non si ferma ma un freno deve essere posto, ogni tassello che compone l’insieme della società deve riappropriarsi del suo ruolo.
Nessuno a oggi ha dimostrato di possedere una terapia efficace per risolvere il problema, troppe sono le variabili che vi concorrono e quindi una previsione è di fatto impossibile come lo è la definizione di un perimetro di certezza, fare una valutazione prospettica è ridicolo, se in gioco non vi fosse il futuro potrebbe essere addirittura divertente prendere nota giornalmente della affermazioni delle società di analisi per fare un statistica di efficacia delle previsioni: avremmo delle amare sorprese.
Per chi ha una minima esperienza nel campo delle società sa bene quanto sia difficile compiere una esatta valutazione. Lo dimostra il fatto, che i più grandi fallimenti della storia economica da Cirio, a Parmalat alla stessa Lehman Brothers, sono stati preceduti da bilanci certificati da importanti Società di Revisione. Questo per avvalorare il concetto che sulla base dei semplici dati numerici non si può avere nessuna esatta rappresentazione di una azienda. Allora c’è da domandarsi come possano delle società esprimere un giudizio in grado di condizionare la finanza di uno Stato. Mi riferisco alle famigerate società di rating, che in questi giorni sono sotto osservazione un po’ da parte di tutti operatori, politici e semplici investitori.
Le critiche che vengono loro rivolte non sono infondate, c’è legittimamente da chiedersi se un soggetto privato possa arrogarsi il diritto di esprimere un giudizio condizionante dei mercati senza aver prima dimostrato la sua assoluta indipendenza da tutte le componenti.
La sensazione è che queste società siano condizionate e che i giudizi che formulano siano asserviti agli obiettivi da raggiungere, e questo certamente è noto a tutti gli operatori. Il problema è che in un clima di volatilità e di incertezza come quello che stiamo attraversando qualsiasi notizia è in grado di scatenate reazioni inconsulte. Ecco perché certe valutazioni dovrebbero essere formulate con oculatezza. Al contrario, la disinvoltura con cui vengono partecipati giudizi negativi, che in alcuni casi sembrano addirittura avere una caratteristica ritorsiva, danno adito a dubbi circa la effettiva indipendenza di chi li formula. Nel contesto che stiamo vivendo dovrebbe divenire preminente il carattere pubblicistico e sopra le parti delle agenzie, e comunque c’è da chiedersi che valore può essere effettivamente attribuito ai giudizi che formulano?
Allo stato attuale, così come si è accorti a pubblicare determinate notizie che potrebbero ingenerare turbativa dei mercati si dovrebbe impedire la divulgazione di valutazione da parte di società private non siano supportati da elementi certi.
Se da il lato i Governi dovranno adottare misure per il contenimento della spesa pubblica, dall’altro dovrà anche essere affrontato il nodo del riordino della materia finanziaria con individuazione di precise figure che assicurino lo sviluppo delle imprese garantendo allo stesso tempo i risparmiatori e assicurando un equilibrio; base indispensabile per giungere al risanamento di un settore che, nel futuro prossimo, potrebbe riservare ancora delle sorprese.
Paolo Garuglieri , dirigente bancario

lunedì 24 ottobre 2011

Regione Toscana                 Consiglio Regionale
Mercoledì 26 ottobre 2011 Palazzo panciatichi Sala Gigli ore 17,00  Via Cavour n.4 Firenze

Intervengono:                         MARCO CARRARESI
                                  Consigliere Segretario Ufficio di Presidenza

                                                ALESSANDRO GALOPPINI
                                  Relazioni economiche e culturali per l'IRAN

                                                 GIOVANNI PALLANTI
                                                      Storico e scrittore

                                                GIANCARLO ROCCHICCIOLI
                                             Padre Scolopio , Storico Medievista

                                                       EZIO CARTOTTO
                                                              Scrittore

     Conclude :                S.E.l'Ambasciatore della Repubblica  Islamica dell'IRAN
                                         SEYYED MOHAMMAD ALI' HOSSEINIa l’Ambasciatore

della Repubblica Islamica dell’Iràn

Seyyed Mohammad Alì Hosseini

venerdì 21 ottobre 2011

UNA VETRINA PER IL SINDACO Alessandro Del Taglia

 
E' inutile rifare la storia di quanto è stato annunciato a Firenze dalla Giunta Renzi in questi ultimi due anni; è sufficiente sot­tolineare come da questo periodo si esca con molte buone in­tenzioni e, per ora, poche certezze.
Infatti, al di là del lodevole cambio di marcia rispetto alla modesta e grigia andatura della Giunta Domenici, Renzi ha impresso una for­te accelerazione sui problemi della mobilità cittadina, ottenendo con­sensi, popolarità e interviste in quantità industriale. Però, molti sono i punti interrogativi che discendono proprio dal Pia­no strutturale, indicato come base di partenza principale del pro­gramma urbanistico di Firenze per i prossimi vent'anni. Farebbe parte ormai della consuetudine iniziare l'analisi sulla si­tuazione economica della nostra provincia con un richiamo alla cri­si in atto in tutto il Paese, che si manifesta in termini sempre più drammatici, anche in previsione della nuova manovra economica in corso di aggiustamento. Come si risponde alla preoccupante cri­si, i cui connotati e rischi di ulteriore disoccupazione vengono in­dividuati e denunciati dalle diverse parti sociali e politiche? Rispo­sta: tutto è sotto controllo; arriveranno i beni demaniali, caserme, aree dismesse pubbliche e private a garantire crescita economica, sviluppo industriale e sociale. È un quadro oltremodo ottimistico. Ebbene, di fronte a una crisi strutturale come quella che stiamo vi­vendo sono indispensabili risposte più certe e radicali, che possano arginare l'eventuale e temuta recessione con conseguenze devastan­ti sull'occupazione. A Firenze, passata la buona stagione turistica, incamerata la provvidenziale "tassa di soggiorno", occorrerà attiva­re interventi operativi capaci di accrescere in modo urbanistica­mente ordinato l'assetto e l'immagine della città e della sua fragile economia, basata quasi esclusivamente sul territorio. I temi urba­nistici che ci stanno davanti sono purtroppo molti e delicati, pro­venendo da quasi vent'anni di inerzia propositiva é operativa che ha portato al logoramento le principali strutture e infrastrutture cit­tadine e del comprensorio interurbano.
Nonostante il Piano strutturale, le Ferrovie dello Stato, con l'accor­do per il sottopasso e la stazione Foster, hanno trovato il modo per ottenere aree edificabili in grande quantità in cambio di un buon "ri­sarcimento" sui possibili disagi urbani.
Come dire, l'eccezione (volumi edificabili) conferma la regola (volu­mi zero) del Piano strutturale. In teoria, nei prossimi vent'anni, l'e­sclusiva delle aree edificabili cittadine sarà nelle mani dei padroni di Castello e delle aree di risulta delle Ferrovie, già dello Stato ma ora privatisticamente gestite.
Per quanto concerne la cosiddetta Area metropolitana fiorentina sia­mo sempre nella commedia pirandelliana. In questo clima di "tripudio del campanile", il presidente della Provincia di Firenze dimostra la vo­lontà di superare gli anacronistici veti e steccati. Ogni toscano può con­statare come, nelle condizioni date, sarà difficile superare differenze al­l'insegna di: "mai con Firenze!". Stupidamente, siamo ancora a Mon-taperti e Campaldino. Fra tanto dissennato e isterico agitarsi, nulla si decide concretamente sulla città metropolitana, sulla revisione delle province, sull'aeroporto, sulle infrastrutture, sull'auditorium ecc. Purtroppo, nonostante il positivo attivismo del sindaco Renzi, abbia­mo una Firenze chiusa in se stessa, assediata, costretta all'isolamento e, dunque, perdente nei confronti dei comuni del comprensorio e de­stinata all'avvitamento. Autorevolmente autarchica, la sfida per la cit­tà di Firenze può essere vinta se dalle parole, abbandonando le elabo­razioni di fantasia, passeremo realmente ai fatti. L'economia e la lotta al degrado, oggi, si spostano sui progetti e sul territorio inseguendo le strutture e le infrastrutture che il territorio intercomunale offre; il re­sto sono trovate effimere di scarsa sostanza e durata.
Alessandro Del Taglia   Presidente del Rotary Michelangelo









venerdì 7 ottobre 2011

EVENTI

Maurizio Morandini , Roberto Nativi e Giuseppe Zanetti , sono onorati di invitarLa all'incontro
"una storia di etica vista nell'epoca  dell'"egoismo  democratico"
                                     GIORGIO MORALES
                                   " I MOZZAORECCHIE"*(1)
Il giorno  venerdì 14 ottobre 2011 ore 17,00
presso la Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi via Cavour , 1 Firenze
relatori:
                 Prof. Stefano Merlini
                  On.   Michele Ventura
                 Dott.  Gianni Conti
porterà un saluto un rappresentante dell'Amministrazione Provinciale
*(1)
Un pezzo di storia politica fiorentina, ormai dimenticata: questo è il tema che Giorgio Morales ha trattato, con accurate ricerche soprattutto sui quotidiani dell’epoca. Protagonisti gli ex-azionisti, i “mozzaorecchie”, così definiti, da qualche gazzettiere, per il loro presunto giacobinismo moralistico: Piero Calamandrei, Ferruccio Parri, Tristano Codignola, Enzo Enriques Agnoletti ed altri, provenienti dal disciolto Partito d’Azione, o i più giovani passati direttamente dal Movimento di Unità Popolare al Partito Socialista Italiano. Ma anche i socialisti, come L. Mariotti, G. Pieraccini e L. Lagorio e i democristiani, come N. Pistelli e I. Butini, con la figura centrale del Sindaco Giorgio La Pira . Scorrono vicende politiche come l’autonomia socialista, il centro-sinistra, la Giunta La Pira-Agnoletti. Presente e partecipe anche il giovanissimo Giorgio Morales che in quegli anni iniziava la sua lunga carriera politica. Ma il libro non è autobiografico, se non per qualche rapido cenno a ricordi personali che danno vivacità al racconto.

venerdì 23 settembre 2011

“SPES CONTRA SPEM” *(1)


Giorgio La Pira è nato a Pozzallo, in provincia di Ragusa, il 9 gennaio 1904, si è trasferito all’Università di Firenze da quella di Messina seguendo il suo maestro di Istituzioni di Diritto Romano.
Deputato all’Assemblea Costituente e membro del Parlamento Nazionale in tre legislature. Sottosegretario al lavoro, Sindaco di Firenze, Presidente della Federazione Mondiale delle Città Unite, fu soprattutto un autentico costruttore di pace.
Fece della città di Firenze “la patria del suo spirito”, come scrisse il Filosofo Giuseppe Lazzati.
A Firenze visse, per una decina d’anni, in una cella del Convento di San Marco dei domenicani. Una scelta di vita: preghiera, insegnamento, apostolato, dialogo con le città, le nazioni, le minoranze politiche e religiose del mondo oppresse dalle dittature o dai regimi totalitari.
Perseguitato dai fascisti, dovette lasciare Firenze nel 1943; si rifugiò prima a Roma, e poi nelle campagne del Chianti. La Pira diventò Sindaco nel giugno 1951; rimase sindaco fino al 1957; fu di nuovo Sindaco dal 1960 al 1965. L’Associazione pubblicherà delle brevi note per illustrare l’attività del Prof. La Pira in favore della pace del mondo attraverso i Convegni della Civiltà Cristiana. 
Gianni Conti


*(1) motto latino tratto dalla Lettera ai Romani di San Paolo (Romani 4,18: "Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza"), poi ripreso dal sindaco di Firenze Giorgio La Pira. La "Speranza contro ogni speranza" è la Speranza che vince le difficoltà, che è caparbietà, che è impegno, che è metter tutto se stessi nella realizzazione di un progetto".

venerdì 16 settembre 2011

Gianni Conti Firenze , l'identità culturale

Per Firenze , città d’arte e di cultura .
Consapevoli che nella civiltà dell’informazione , nella quale viviamo , gli strumenti  di comunicazione di massa  avranno un ruolo  sempre maggiore e sempre più incisivo , la nostra Associazione “ Firenze magnifica” ritiene utile affidarsi a questo  canale informativo per contribuire a divulgare un messaggio di cultura civile in difesa della crescita ordinata di Firenze e dintorni .
Accanto a noi ci sarà la preziosa collaborazione della rivista mensile fiorentina “ Il Governo delle Idee “ , diretta da Gianni Conti  ed Ettore Bonalberti ( Edizioni della Meridiana).
Associazione Firenze Magnifica

Firenze , L’identità culturale.
L’obbiettivo primario della nostra Associazione “ Firenze  magnifica “ è la cura e la tutela della città .
Occorre tenere sempre presente , infatti , che la città , in particolare Firenze , è il punto di massima concentrazione della cultura  della comunità cittadina : la sua forma , la sua storia , la sua monumentalità , esprime complessivamente , in modo visibile , la sua vita , le sue tradizioni , così come si è configurata attraverso i secoli .
Il recupero del Centro Storico , la difesa  delle sue colline, la riqualificazione urbana delle periferie , attraverso la valorizzazione delle potenzialità produttive , richiede una coraggiosa analisi  ed azione politica .
La lotta al degrado  e il recupero del Centro  Storico  e dei centri  storici minori , sono possibili solo riducendo la pressione commerciale , dovuta all’eccessiva concentrazione nel Centro storico di attività terziarie .
Turismo, commercio, artigianato che costituiscono alcune componenti essenziali dell’immagine di Firenze ,  debbomo  essere orientati verso  un’economia organica , capace di innovazione e di essere ancora una capitale della moda ed una eccellenza nell’artigianato  di pregio .
Il giudizio benevolo , ad oggi   diamo della Giunta Renzi  di  questi due anni non riguarda tanto i provvedimenti  presi in sé , quanto piuttosto il  cosiddetto  “decisionismo” nella battaglia contro l’immobilismo delle due precedenti Giunte di sinistra .
Merito di Renzi , al di là della modestia della giunta , salvo la bravura di alcuni Assessori già collaudati e con esperienza ,  è stata la capacità   sul piano  mediatico di riportare la città di Firenze al centro dell’attenzione nazionale  e , diverse volte , anche di quella internazionale .
Tuttavia , tenere la delega per oltre due anni del settore urbanistico , è     un ’atteggiamento di  supponenza non comprensibile se si vuole svolgere seriamente il ruolo di Sindaco di Firenze .
Ma al di là di questa  piccola osservazione di stile e di funzionalità amministrativa , la nostra città deve ritornare ad essere una comunità solidale ad uso umano e di alta cultura civile e non solo mercantile .
Infatti , Firenze non può essere una città “usa e  getta ” Firenze è prima di tutto destinata ai suoi abitanti e a tutti coloro che vogliono conoscerla , viverla e rispettarla .
Firenze ha una dimensione europea e mondiale : tale è la sua storia , tale è la sua cultura .
Dunque , occorre investire in cultura .
Gianni Conti

venerdì 5 agosto 2011

SINDACI, SI CAMBIA. Gianni Conti

                                               SINDACI, SI CAMBIA.
                              ATTESA UNA CULTURA SOCIALE NUOVA

di Gianni Conti
Da Milano a Napoli, passando per Torino e Bologna, il Pdl del Cavaliere e la Lega Nord di Bossi hanno perso piuttosto malamente, obiettivamente per proprio demerito, le ammi­nistrative che il premier aveva condotto con impegno personale, non risparmiando la credibilità del governo nazionale. È chiaro e lam­pante che il risultato negativo è opera del mancato consenso degli elettori del centro-destra. Infatti, l'affermazione di sindaci, cosiddet­ti "spuri", cioè non espressione diretta del maggiore partito d'oppo­sizione, avvalora il significato del voto determinante dei delusi del Po­polo della libertà. Il calo del centro-destra è imputabile a una serie di fattori negativi a livello di conduzione di governo e di partito, fra i quali: il privilegiare i temi personali anziché quelli delle vere riforme. Le promesse del Cavaliere di questi anni sono state tutte disattese, salvo un'incompleta riforma della scuola. Dunque le elezioni del mag­gio scorso hanno assunto connotazioni più politiche che ammini­strative. Le amministrazioni rinnovate, escluse Torino, purtroppo, so­no state un mezzo disastro; in alcune un totale fallimento. Ma per­ché avvenga un salutare ricambio, occorre una vera e proponente opposizione che sappia alzare una bandiera di buon governo. Il che significa uscire dal piccolo cabotaggio e, soprattutto, non mettere in linea uomini con scarsa esperienza amministrativa. Infatti, solo nei Comuni si è veramente a contatto con i problemi quotidiani della gente. Il tema della città deve essere sempre attuale. Ad oggi, salvo ra­re eccezioni, l'attesa della gente è andata delusa; le domande dei gio­vani non sono state soddisfatte, in particolare nel mondo del lavoro. E poi, quale presenza dei cattolici nelle città? Andrebbe ritrovata una forte idealità; quella tradizione storica, umana e culturale a cui gran parte del popolo italiano ancora appartiene.


Anche i cattolici sono stati coinvolti in questa crisi delle città. Eppu­re, in questo momento difficile del nostro Pae­se, c'è necessità di ri­creare la speranza, so­prattutto nei giovani. Un partito di cattolici capace di mettere in evidenza la necessità di creare una cultura so­ciale nuova, da un lato, capace di affrontare gli
inconvenienti derivanti dal mito dell'efficienza e del profitto fine a se stesso e, da un altro lato, favorisca tutti in un impegno di solidarie­tà, per migliorare la vita dell'uomo. Con la globalizzazione occorre fare molto di più: tutelare il posto di lavoro di chi lo possiede, ma an­che di creare le condizioni che possano procurare lavoro a tutti colo­ro che chiedono di lavorare onestamente nella legalità. Però, siamo consapevoli che la comunità cattolica è ideologicamen­te disomogenea, perché la religione non ha nulla a che vedere con una costrittiva scelta ideologica. Una religione non può assumere un modello ideologico e, soprattutto, le sue implicazioni politiche. Il no­stro auspicio, di fatto, è rivolto ai cosiddetti "cristiani moderati" che nutrono diffidenza nei confronti degli estremismi. Crediamo sia utile che la Chiesa mantenga la capacità di parlare e di essere ascoltata da tutto il Paese, anche da chi non è cattolico. I con­tinui appelli del presidente della Cei, cardinale Bagnasco, a riscopri­re e praticare la dottrina sociale della Chiesa, ad oggi, hanno ricevu­to scarsa accoglienza.
Il silenzio dei cattolici impegnati in politica a livello nazionale è di­ventato preoccupante, considerata la crisi del mondo del lavoro. In­fatti, di fronte all'ingigantirsi della crisi nel Medio Oriente e all'ag­gravamento, in prevalenza su scala europea (Grecia, Irlanda, Porto­gallo e Spagna in particolare) dei problemi economici, i nostri partiti appaiono sostanzialmente inadeguati e impotenti a proporre solu­zioni per tutto il Nordafrica e i paesi arabi, compresa la questione im­migrati. Tutto questo crea sfiducia nell'opinione pubblica verso le for­ze politiche e le istituzioni, eccetto la buona considerazione sulla Pre­sidenza della Repubblica.

mercoledì 18 maggio 2011

Firenze tributo

Firenze una casa per i diritti e la libertà dell'uomo (di Gianni Conti)

L'approvazione di un Piano regolatore  generale  costituisce per ogni Amministrazione comunale una responsabilità includibile perchè su di esso poggia la crescita della cultura civile , lo sviluppo delle risorse economiche cittadine, l'armonico rapporto della comunità e le speranze delle future generazioni .tto questo, il Piano strutturale dell'amministrazione fiorentina , benchè animato da buoni propositi e inseguendo " perequazioni" ardimentose e di difficile soluzione , ci trova perplessi. Certo, si presentano nella realtà attuale , problemi nuovi e di non facile soluzione , che toccano la nostra città ed anche tutta l'area fiorentina e pratese : sono quelli dell'immigrazione, del lavoro e dell'abitazione .La crisi economica e, sopratutto, la crisi della società in cui viviamo , particolarmente nel Centr-Sud, crea fasce crescenti di emarginazione sociale.
Firenze , negli ultimi anni era stata sospinta sempre più verso un ruolo marginale , sia come centro finanziario , industriale e dei servizi , oltre che di centro culturale e produttivo.Il nuovo sindaco , ad oggi, ha rimesso Firenze all'attenzione della stampa nazionale e, soprattutto, del Governo Berlusconi.
stralcio  dell'articolo pubblicato su il Governo delle idee rivista  mensile

domenica 15 maggio 2011

EVENTI

Giovedì 19 maggio 2011
Sala delle Feste  ore 17.00 Palazzo Bastogi - via Cavour , 18 Firenze

UNA POESIA PER LA VITA

saluti   Marco Carraresi  Cons. Segr. Uff. Pres. Consiglio Regionale
           Vincenzo D'Angelo Pres. Reg. ANLA

interventi  Paola Lucarini Poetessa
                  Donatella Tesi  Scrittrice
                  Rodolfo Cigliana Docente

venerdì 13 maggio 2011

Firenze Magnifica

L'Associazione  Culturale  ritiene anche suo compito sociale occuparsi delle famiglie italiane , con particolare attenzione  a quelle che vivono nella provincia di Firenze .
L'associazione recepisce le opinioni i suggerimenti dei soci dell'associazione  e proposte politiche in favore della famiglia .
In primo luogo portare avanti i seguenti diritti :
- di ottenere la sicurezza fisica , sociale , politica , economica, specialmente per i poveri e per gli infermi ;
- il diritto all'abitazione adatta a condurre convenientemente la vita familiare;
- di proteggere i minorenni mediante adeguate istituzioni per contrastare  alcool , droga, pedofilia e microcriminalità cittadina ;
- il diritto degli anziani ad una vita degna e ad una morte dignitosa .

MOSTRE

20 maggio 2011 ore 18,00 Innagurazione  presenta Corrado Marsan
Provincia di Firenze Galleria Via Larga , Palazzo Medici Riccardi , Via Cavour 7/r Firenze
                                   dal 20 maggio al 2 giugno

                  NEL SEGNO DEL COLORE      personale di       GIORGIO BELLINI 

orario : lunedì - sabato    10-13 e 15-19       ingresso libero

un ringraziamento va all'Associazione Culturale " Vivere Firenze " nelle persone dell'Avvocato Pietro Pecorini e del Dott. Gianni Conti

                

venerdì 6 maggio 2011

Conferenza

Università di Firenze
Colloquio e letture teatrali

Venerdì 13 Maggio 2011

dalle ore 15 alle 19

 Intervengono:

Bruno Coppola (Univ. Federico II di Napoli); Héctor Febles (Università LUSPIO di Roma); Domenico Antonio Cusato (Università di Catania); Antonella Ciabatti e David Iori (Centro Studi Jorge Eielson); Martha Canfield, Coral García, Silvia Lafuente (Università di Firenze), Livia Maddalena, Marcello Sbigoli e Angelo Zedda (Teatro 21). 

Piazza Brunelleschi 3/4 - Sala Comparetti

FIRENZE

Eventi

Natura tra sogno e realtà
Nature between dream and reality
Firenze Museo di Storia Naturale
dal 20 maggio al 30 giugno 2011
orario tutti i giorni dalle 9,30 alle 16,30

mercoledì 4 maggio 2011

Firenze Magnifica

Cari amici,
Vi scrivo per informarvi che abbiamo realizzato una feconda Associazione culturale e l’abbiamo chiamata “FIRENZE MAGNIFICA”.
Non volendoci adattare alla mediocrità della politica di questi ultimi anni, abbiamo voluto spalancare una finestra a carattere culturale sulla nostra città e il suo comprensorio.
Vogliamo adoperarci perché ogni scelta politica tenga sempre presente i problemi veri e reali della stagione che sttiamo vivendo. Perciò , cari amici, questo è un pressante invito per ottenere anche il vostro contributo di presenza e idee. Dobbiamo mettere più spirito di sacrificio è per arginare i guasti di tanta disoccupazione giovanile; aprire gli occhi sul degrado umano procurato dalla droga e l’alcool; dalla delinquenza minorile che indicano un forte abbassamento morale , ma anche politico.
Noi , tutti insieme, vogliamo affrontare i problemi pubblici della cultura, della salute, dell’educazione, del lavoro e del rispetto dell’ambiente; questi problemi non sono solo e soltanto problemi del Sindaco.Per essere utili occorre dibattere e prevedere i bisogni futuri, le urgenze di domani e, possibilmente, trovare idee e mezzi per prevenirli.
Dunque, non c’è in noi il rimpianto per un passato non ripetibile, ma semplicemente la voglia di ricominciare una ripresa di cultura civile, non partendo da “quota zero”, tutt’altro. Questa associazione culturale , questa “palestra” di pensiero, può dimostrare, a mio parere, che vi sono condizioni reali, già attualmente, per prospettare esigenze ma anche progetti, per cercare modi di soddisfarle; che vi è in noi l’esperienza e la conoscenza, che vi è anche una forza d’attrazione; che vi è, cioè , anche se embrionalmente,  una idea di “Firenze domani”,  non campata in aria.
Concludendo , Firenze non può essere considerata semplicemente una città turistica, nel senso che si dà comunemente a questo termine. La nuova realtà del mondo globalizzato esige degli impegni più mirati; sia culturale che politici.
A Firenze c’è un grande patrimonio, ma rischia di svalutarsi se si continua nella politica dell’assenza e del basso profilo. Firenze  da decenni vive in solitudine. Qualcosa sta lentamente accadendo nel dibattito verbale. Dobbiamo partecipare tutti al risveglio!!!
Partecipare a “FIRENZE MAGNIFICA” non costa niente ; e poi da soli non si va lontano. Ti aspettiamo.

Un caro saluto

Gianni Conti a nome di Paolo Garuglieri,  Alessandro Del Taglia, Gioietta Pietroniro, Giuseppe Bertino, Vincenzo D’Angelo …………..   e tanti altri amici. 

Gianni Conti, ex vicesindaco di Firenze



 Firenze,  aprile 2011