LA CITTÀ
DEI PROGETTI IRREALIZZATI
di Massimo Ruffilli
Il piano regolatore del 1962 di
Edoardo Detti aveva tracciato i contorni di una nuova città.
Una città che in realtà era una vasta area urbana che riuniva quelle che oggi
sono diventate tre province: Firenze, Prato e Pistoia.
Vi era indicata una viabilità di scorrimento veicolare veloce denominata
"asse attrezzato" che eliminava il laccio ferroviario di Campo di
Marte, un aeroporto baricentrico ben orientato a ovest, nella zona di San
Giorgio a Colonica presso Campi Bisenzio, un grande centro direzionale
denominato "Porto di Firenze" nell'area a nordovest della città e un
sistema di trasporti su ferro tra alta velocità e metropolitana, tutto
prevalentemente ubicato nel sottosuolo. I piani regolatori sono fatti per dare
le linee di indirizzo progettuale allo sviluppo delle città ma, nel nostro
caso, il piano del 1962, portato peraltro a esempio e a modello delle
discipline urbanistiche in Italia e all'estero, non ha sortito questo esito,
anzi, a distanza di tanti anni, possiamo riscontrare che quelle linee di
indirizzo progettuale, così bene indicate e descritte nel Piano regolatore, non
solo non sono state rispettate, ma hanno ottenuto l'esito e l'effetto
contrario. L'area metropolitana non si è unita, quanto semmai divisa,
l'"asse attrezzato" non è stato realizzato. Il laccio ferroviario si
è rafforzato in superficie chiudendo anche le strade che si potevano percorrere
con i passaggi a livello. L'aeroporto a San Giorgio non si è
fatto, così come non si è realizzato il centro direzionale. La metropolitana
che univa le città non si è realizzata e al suo posto vi è attualmente
soltanto una tranvia per Scandicci: tralasciamo il resto perché il discorso ci
porterebbe lontano.
Ma abbandoniamo la scala urbanistica e passiamo ai
progetti più minuti, quelli che interessano la città in scala più ridotta.
Ludovica Zarrilli sul «Reporter» dell'Aprile del 2012
fa una carrellata di progetti minori, un «viaggio tra le idee e proposte che
non hanno mai visto la luce a Firenze». Proposte che, se si fossero realizzate,
avrebbero già dato un nuovo volto alla città, più vivibile e affascinante. La
redattrice parte dalle proposte più recenti: la pavimentazione in cotto di
piazza Signoria. Quando il sindaco Renzi è tornato a proporre questa soluzione
che sicuramente avrebbe dato una nuova, bella immagine a questa splendida
piazza-salotto visitata ogni anno da ben venti milioni di turisti, pur
definiti "mordi e fuggi", in nome di un turismo frettoloso e
distratto. Le polemiche sono scoppiate in modo così fragoroso che il progetto
è stato accantonato subito, in fretta e furia.
La loggia, all'uscita degli Uffizi, in piazza del Grano, con il progetto
vincitore del concorso, del grande architetto giapponese Arata Isoza-ki, si è
arenato da diversi anni fra le polemiche e i pareri a favore e contro espressi
da esperti, sovrintendenti e politici, col risultato che non se n'è fatto di
nulla.
La facciata di San Lorenzo, progettata e iniziata da Michelangelo e mai
completata, è un altro progetto-idea caro a molti fiorentini, tra i quali il
sottoscritto, che non riesce a trovare una soluzione definitiva, tantomeno
provvisoria, effimera o temporanea. Il progetto, più volte rilanciato da
Eugenio Giani, di collegare il Forte Belvedere con la parte bassa del centro
storico con un sistema di scale mobili è un'altra proposta assolutamente
condivisibile e di buon senso, ma che non ha mai avuto una realizzazione
concreta e nemmeno una progettazione esecutiva.
Un sistema di battelli per il turismo fluviale sull'Arno per riportare
navigazione sul fiume di Firenze è un'altra proposta spesso reitera-ta.ma mai
giunta neppure a un progetto di fattibilità. Un grande parco giochi localizzato
nella piana fiorentina e dedicato ai bambini dell'area vasta è un'altra
aspirazione che la città richiede da tempo senza vedere alcuna risoluzione
concreta. E ormai passato ben più di un secolo da quando l'architetto Giuseppe
Poggi ridisegnò con eccellente capacità e creatività la nuova Firenze
capitale. Da allora, purtroppo, dei tanti progetti presentati ben pochi sono
stati realizzati e la nostra città rimane sempre più preda di un turismo
banale, di un degrado insopportabile e di un continuo depauperamento dei beni
culturali che testimoniano la sua splendida storia.