giovedì 13 dicembre 2012


BIBBLIOTECA DELLE OBLATE
 
LEGGERE PER NON DIMENTICARE


Ciclo di incontri a cura di Anna Benedetti


MARIAPIA VELADIANO


IL TEMPO E’ UN DIO BREVE




(Einaudi, 2012)



Introduce:


Benedetta Centovalli


Venerdì 14 dicembre 2012 - ore 17.30

Biblioteca delle Oblate – via dell’Oriuolo, 26 - Firenze

mercoledì 8 agosto 2012


LA CITTÀ DEI PROGETTI IRREALIZZATI

di Massimo Ruffilli

Il piano regolatore del 1962 di Edoardo Detti aveva tracciato i con­torni di una nuova città. Una città che in realtà era una vasta area urbana che riuniva quelle che oggi sono diventate tre province: Firenze, Prato e Pistoia.
Vi era indicata una viabilità di scorrimento veicolare veloce denomi­nata "asse attrezzato" che eliminava il laccio ferroviario di Campo di Marte, un aeroporto baricentrico ben orientato a ovest, nella zona di San Giorgio a Colonica presso Campi Bisenzio, un grande centro di­rezionale denominato "Porto di Firenze" nell'area a nordovest della città e un sistema di trasporti su ferro tra alta velocità e metropolita­na, tutto prevalentemente ubicato nel sottosuolo. I piani regolatori sono fatti per dare le linee di indirizzo progettuale allo sviluppo delle città ma, nel nostro caso, il piano del 1962, porta­to peraltro a esempio e a modello delle discipline urbanistiche in Ita­lia e all'estero, non ha sortito questo esito, anzi, a distanza di tanti anni, possiamo riscontrare che quelle linee di indirizzo progettuale, così bene indicate e descritte nel Piano regolatore, non solo non so­no state rispettate, ma hanno ottenuto l'esito e l'effetto contrario. L'area metropolitana non si è unita, quanto semmai divisa, l'"asse at­trezzato" non è stato realizzato. Il laccio ferroviario si è rafforzato in superficie chiudendo anche le strade che si potevano percorrere con i passaggi a livello. L'aeroporto a San Giorgio non si è fatto, così co­me non si è realizzato il centro direzionale. La metropolitana che uni­va le città non si è realizzata e al suo posto vi è attualmente soltanto una tranvia per Scandicci: tralasciamo il resto perché il discorso ci porterebbe lontano.
Ma abbandoniamo la scala urbanistica e passiamo ai progetti più mi­nuti, quelli che interessano la città in scala più ridotta.
Ludovica Zarrilli sul «Reporter» dell'Aprile del 2012 fa una carrellata di progetti minori, un «viaggio tra le idee e proposte che non hanno mai visto la luce a Firenze». Proposte che, se si fossero realizzate, avrebbero già dato un nuovo volto alla città, più vivibile e affasci­nante. La redattrice parte dalle proposte più recenti: la pavimenta­zione in cotto di piazza Signoria. Quando il sindaco Renzi è tornato a proporre questa soluzione che sicuramente avrebbe dato una nuo­va, bella immagine a questa splendida piazza-salotto visitata ogni an­no da ben venti milioni di turisti, pur definiti "mordi e fuggi", in no­me di un turismo frettoloso e distratto. Le polemiche sono scoppia­te in modo così fragoroso che il progetto è stato accantonato subito, in fretta e furia.
La loggia, all'uscita degli Uffizi, in piazza del Grano, con il progetto vincitore del concorso, del grande architetto giapponese Arata Isoza-ki, si è arenato da diversi anni fra le polemiche e i pareri a favore e contro espressi da esperti, sovrintendenti e politici, col risultato che non se n'è fatto di nulla.
La facciata di San Lorenzo, progettata e iniziata da Michelangelo e mai completata, è un altro progetto-idea caro a molti fiorentini, tra i quali il sottoscritto, che non riesce a trovare una soluzione definiti­va, tantomeno provvisoria, effimera o temporanea. Il progetto, più volte rilanciato da Eugenio Giani, di collegare il For­te Belvedere con la parte bassa del centro storico con un sistema di scale mobili è un'altra proposta assolutamente condivisibile e di buon senso, ma che non ha mai avuto una realizzazione concreta e nem­meno una progettazione esecutiva.
Un sistema di battelli per il turismo fluviale sull'Arno per riportare navigazione sul fiume di Firenze è un'altra proposta spesso reitera-ta.ma mai giunta neppure a un progetto di fattibilità. Un grande parco giochi localizzato nella piana fiorentina e dedicato ai bambini dell'area vasta è un'altra aspirazione che la città richiede da tempo senza vedere alcuna risoluzione concreta. E ormai passato ben più di un secolo da quando l'architetto Giusep­pe Poggi ridisegnò con eccellente capacità e creatività la nuova Fi­renze capitale. Da allora, purtroppo, dei tanti progetti presentati ben pochi sono stati realizzati e la nostra città rimane sempre più preda di un turismo banale, di un degrado insopportabile e di un continuo depauperamento dei beni culturali che testimoniano la sua splendi­da storia.



I DEHORS, I PACCHIANI "SALOTTI" DELLE TRATTORIE FIORENTINE


di Giovanni Malanimo.
Ritorno  ancora una volta, anche sollecitato dal direttore Gian­ni Conti, su un argomento relativo al decoro degli spazi pub­blici: vie e piazze di questa città. Sulla volgare crescente occu­pazione dei luoghi, anche i più prestigiosi e sensibili a qualsiasi intru­sione. I salotti buoni di Firenze e quindi dei fiorentini sono diventati gli stessi dei vari gestori, e proprietari di locali per la ristorazione. Per camuffare il tutto è stata usata una accattivante parolina esotica: l'av­verbio francese dehors (fuori), per indicare quelle strutture che vanno dalle semplici pedane recintate, ai più ingombranti gazebo, fino a ve­re e proprie costruzioni in acciaio e vetro. Piazza San Giovanni, piaz­za della Signoria, piazza della Repubblica, tre luoghi simbolo della cit­tà, sono stati letteralmente invasi da queste strutture.
In piazza San Giovanni, a nord del Battistero, è stata occupata quasi l'intera carreggiata stradale, tanto da limitare la mobilità dei nume­rosi pedoni, in gran parte turisti. Saremmo quasi tentati di rimpian­gere il fatto che da lì non ci sia passata la tranvia. In piazza della Si­gnoria, su i due lati che fronteggiano il Palazzo Vecchio, di anno in anno stanno avanzando i tavolini, giunti ormai fino a metà piazza. Mi domando il motivo per cui sia stata fatta la proposta, interessan­te, di riquadrarla in campiture di cotto; per l'uso che se ne fa tanto vale lasciarla cosi com'è. In piazza della Repubblica, che ricalca l'an­tico foro romano, tra l'altro la più deputata a ospitare queste strut­ture che fino a oggi convivevano piacevolmente con quel luogo libe­rato da tempo dal traffico, sono stati realizzati sul suolo pubblico dei veri e propri "edifici" di acciaio e vetro, costruiti quasi in concorren­za con quelli che perimetrano la piazza. Chissà cosa direbbero gli sto­rici personaggi frequentatori delle Giubbe Rosse. Tralasciamo, per carità di patria e per non abusare della pazienza dei lettori, tutte le al­tre piazze e strade nelle solite condizioni, che concorrono anch'esse al generale degrado della città, dove talvolta questi interventi costi­tuiscono anche un intralcio alla sicurezza della circolazione.
Avevamo sperato che la nuova "cultura dei vuoti" e la solerzia con cui si è fatta "piazza pulita" di alcuni luoghi prestigiosi, fosse stata real­mente tale. Evidentemente ci eravamo sbagliati. Questi vuoti sono stati rapidamente riempiti nel modo in cui abbiamo visto. Una sor­ta di megamangificio dove regna sovrana lei: la pizza. Ma dove si so­no rifugiati, oltre all'amministrazione comunale, l'organo di tutela ambientale come la Soprintendenza? Forse è giunto il momento di ripensare questa politica con un po' più di misura e attenzione, ma soprattutto di rispetto per questi luoghi unici al mondo.

venerdì 22 giugno 2012


DESIGN E QUALITÀ URBANA: IL PROGETTO DEI DEHORS



di Massimo Ruffìlli   
     
L'idea del sindaco Matteo Renzi e del vicesindaco Dario Nardella di bandire un concorso internazionale di idee, per stabilire ti pologie e soluzioni progettuali dei cosiddetti dehors da adotta­re e realizzare nel centro storico fiorentino, ha avuto una risoluzione de­cisiva e la città comincia ad avere sotto gli occhi le prime realizzazioni. I concorsi di idee sono sempre la strada migliore da percorrere per svi­luppare un dibattito, una riflessione collettiva, un percorso mirato a ottenere la qualità e le soluzioni più opportune. Il concorso, bandito specialmente per decidere proposte di arredo urbano in una città d'ar­te, è utile anche per poter vagliare soluzioni d'avanguardia e anche pro­getti radicali, che i designer di tutto il mondo vengono a proporre. Una città come Firenze con il delicato equilibrio ambientale del suo cen­tro storico non si può permettere un'anarchia di tende, seggiole e tavo­lini che ostentino selvaggiamente le più disparate fogge e dimensioni. D'altra parte, la storia del design fiorentino è nota a livello interna­zionale per il movimento del design radicale degli anni Settanta. Al­lora, Andrea Branzi con il gruppo Archizoom Associati, sosteneva il filone "città senza architettura". Adolfo Natalini con il gruppo Su-perstudio ricercava una architettura senza città. Lapo Binazzi e il grup­po Ufo sosteneva il concetto di progettare oggetti senza architettura. 1 radicali, anziché ragionare secondo le scale tradizionali dell'urbani­stica, dell'architettura e del design affrontavano il progetto della cit­tà ricercando nel vuoto urbano una strategia per un nuovo modo di progettare e costruire.

L'idea era che la qualità dello spazio urbano dovesse essere ricercata nei servizi, nella valorizzazione del bello e nell'interscambio virtuoso con le altre discipline che la cultura del design aveva valorizzato: il marketing, il turismo, la moda, l'arte antica e contemporanea.

Dal punto di vista della cultura del design, dunque, l'operazione inten­tata ci appare corretta. Il concorso di idee è sempre la storia migliore. Anche attraverso queste premesse si è pervenuti a scegliere una soluzio­ne sobria, armonica, di impatto minimo e trasparente. Così piazza del­la Signoria ci appare, con queste nuove pedane, vuota e ben articolata, anche se gremita di folle di turisti. Le vasche trasparenti e gli ombrello­ni di foggia tradizionale e di colore ocra come le facciate dei palazzi ben si integrano con l'architettura preminente degli edifici del centro. L'imposizione di una unificazione rigorosa è risultata fondamentale ai fini del successo dell'iniziativa. Appare infatti sempre più stimo­lante il rapporto dei nuovi allestimenti con le vecchie strutture per le quali venivano adattati i materiali più vari: dall'alluminio anodizza­to, al ferro battuto, dal legno alla plastica, con coperture di tutti i ti­pi, ad arco a tettoia inclinata a voltine ecc., senza rispettare il valore del vuoto urbano delle piazze storiche fiorentine. È diventato impellente non dimenticare il concetto di unificazione dello standard prescelto. Meno spazio si lascia alla interpretazione dei singoli esercizi e meglio risulta l'immagine finale del disegno urbano. Il concetto di "impatto volumetrico e invasivo" nelle piazze del cen­tro storico deve essere considerato come elemento prioritario. La so­luzione in effetti prevede aree delimitate da transenne, vetrate leggere e trasparenti senza orpelli, senza grafiche o decorazioni ridondanti. L'u­nico elemento che si ripete è il marchio della città: il giglio rosso che veicola ed assembla materialmente il concetto di soluzione unitaria. Lo Urban quality  design è il filone della disciplina che studia questo tipo di progettazione che affronta la tematica alla scala dell'allesti­mento urbano, oggi sempre più rivolto alla eco compatibilità ed alla eco sostenibilità ambientale.

Firenze è destinata ad assolvere sempre di più al suo ruolo preminente di meta d'eccellenza del turismo internazionale. L'evoluzione o invo­luzione, che dir si voglia, del turismo non è e non può essere stata, negli ultimi anni, orientata tanto alla qualità, quanto piuttosto alla quantità. È innegabile che la domanda si orienta e si orienterà sem­pre di più verso un turismo di massa, anche se permarranno delle nic­chie riservate al turismo definito d'altra gamma. Lo si voglia o no, dunque, resta la tendenza di un turismo di grandi flussi. La realtà infatti è che immensi paesi come la Russia, l'India e la Ci­na porteranno nuovi ed imponenti flussi di visitatori nella nostra cit­tà. La qualità dei servizi si dovrà basare sempre di più sulla omoge­neità degli stessi con soluzioni tecnologiche avanzate, ma con altret­tante soluzioni formali di buon gusto, unificate e coerenti con l'alta qualità e gli standard elevati che la città di Firenze dovrà sempre essere  in grado di offrire ai suoi visitatori, anche se arriveranno a frot- |
te sempre più numerose e frettolose.





Appare infatti pleonastico ritornare alle immagini di un nostalgico turismo d'elite. Il turismo internazionale di questo inizio di terzo millen­nio ci appare costituito da grandi masse, tuttavia ben informato dagli      alti standard della comunicazione telematica e molto intenzionato e mo­tivato a visitare Firenze e a coglierne gli aspetti universalmente ricono­sciuti salienti e caratterizzanti: una città di storia, di cultura e di arte.   La ricettività di questi flussi turistici è dunque un aspetto fonda­mentale, anche se la prolificazione dei dehors può creare problemi anche in relazione alla loro dimensione planimetrica e alla loro loca­lizzazione in prossimità dei monumenti del centro storico. È da osservare, a questo proposito, che il valore dei differenti beni culturali si differenzia di piazza in piazza. Piazza del Duomo è la me­ta principale dei turisti e il perimetro della cattedrale, privo ormai del traffico veicolare, ben si presta alla contemplazione della grande ope­ra architettonica da ogni lato. Ben vengano dunque i dehors, se ben posizionati e calibrati nel rapporto con la vista e il rispetto delle im­magini prospettiche monumentali.

Per quanto riguarda invece la parti absidali e laterali della cattedrale, si impone urgentemente un tempestivo intervento di restauro e di puli­tura delle facciate che appaiono da lunghi anni in stato di abbandono e degrado. Per quanto riguarda piazza della Repubblica - la piazza ot­tocentesca, definita "il salotto di Firenze", porta di accesso alle strade dello shopping e del più elegante centro commerciale fiorentino - i dehors vi sono installati da sempre in ogni lato ma si presentano dis­omogenei e molto impattanti. I bar, che testimoniano una storia e una tradizione d'eccellenza, non devono apparire all'esterno come una se­quenza di padiglioni scompagnati con una varietà di coperture e di so­stegni strutturali di varie dimensioni con accostamenti cromatici e di materiali tutti differenti. Anche in questa piazza, meno monumenta­le e più commerciale, si impone una progettazione il più possibile uni­taria e l'adozione di pedane e coperture meno ingombranti, rivolte al­la sobrietà e all'armonia, il più possibile coerenti alle installazioni leg­gere previste per tutti gli altri dehors del centro storico fiorentino. Per piazza della Signoria infine, come abbiamo già detto precedente­mente, le nuove vasche trasparenti e gli ombrelloni di fogge tradi­zionali e unificate conferiscono all'insieme un'immagine armonica e integrata che può fungere da modello per tutte le altre installazioni del centro storico.



Massimo Ruffilli Professore Ordinario Università di Firenze  Design



Tratto dalla Rivista mensile “Il Governo delle idee” diretta da Gianni Conti

(giugno2012)
















domenica 10 giugno 2012


Firenze 8 giugno 2012

                                              

Comunicato Stampa



VINCENZO D’ANGELO ELETTO VICE PRESIDENTE NAZIONALE VICARIO

DELL’ANLA (ASSOCIAZIONE NAZIONALE SENIORES D’AZIENDA)



               Nell’assemblea associativa del 6 giugno a Roma, il Prof. Dr. Antonio Zappi, già Amministratore Delegato della SIP, è stato eletto Presidente Nazionale dell’Anla.

            E’ stato anche eletto Vice Presidente Nazionale Vicario il Maestro del Lavoro Dr. Vincenzo D’Angelo attuale Presidente Regionale dell’Anla Toscana.

           
            “Occorre rilanciare – ha detto D’Angelo – nell’anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà fra le generazioni la grande valenza di alcuni valori spirituali e sociali che caratterizzano il mondo del lavoro: onestà, fedeltà e professionalità dei quali è sempre necessario saper tener conto nelle varie  realtà operative, qualunque sia la rispettiva dimensione e natura”


            L’Anla, nata nel 1949, vanta oltre 50 sedi regionali e provinciali, 9 gruppi aziendali nazionali, 195 gruppi aziendali locali, per un totale di circa 100.000 soci in tutta Italia, dei quali oltre 5.000 in Toscana. Ne fanno parte tutti i cittadini in servizio attivo o in quiescenza, che, condividendone gli ideali e le finalità, intendono partecipare alle iniziative associative a difesa dei diritti e della dignità dell’anzianato di lavoro.

             La sede del Consiglio Regionale dell’Anla della Toscana è a Firenze, in via dei Neri, 27 (sederegionaletoscana@anla.it)


                                                              UFFICIO STAMPA ANLA

     





















________________________________________________________________________________________________
50122 Firenze - Via dei Neri 27 - Tel. 055/2302590  Fax 055/219820 - E-mail sederegionaletoscana@anla.it

mercoledì 9 maggio 2012

TRE DONNE DEL RISORGIMENTO TRA AMORE E RIVOLUZIONE





Venerdì 11 maggio 2012 ore 16,00 Sala delle feste Palazzo Bastogi via Cavour n. 18 Firenze
Consiglio Regionale della Toscana
presentazione dei libri :
Jessie White Mario una giornalista educatrice  (casa editrice Le Lettere) autore Rossella Certini
Miss Uragano  la donna che fece l'Italia (Romano Editore ) autore Paolo Ciampi
proezione  del film documentario Tre donne del Risorgimento tra amore e rivoluzione
introduce Marco Carraresi Segretario Ufficio Presidenza  Consiglio Regionale
Gioietta Del Bianco Pietroniro Vice Presidente  dell'associazione culturale Firenze Magnifica
relatori Rossella Certini Università di Firenze
Paolo Ciampi Giornalista Scrittore
intervengono Maria Teresa Schiavino regista del film
Alessandra Ciotti regista del film
moderatore Gianni Conti direttore della rivista Il Governo delle Idee

La Grande porta di Firenze

Di fronte all'ipotesi del nuovo stadio sull'area Mercafir, benin­teso con il resto di edilizia che si porta dietro perché non di solo stadio stiamo parlando, gli architetti fiorentini hanno avanzato all'Amministrazione pesanti critiche: «Basta con le varianti al Piano regolatore, Firenze ha bisogno di una pianificazione ordina­ta, non a macchia di leopardo». Leggendo queste parole sono rima­sto sconcertato: non pensavo che anche la nuova generazione, che ora gestisce l'Ordine, fosse legata alla concezione sovietica dei piani quin­quennali. Questa andava di gran moda quando ero giovane studen­te, ma la mia generazione in larga parte si è resa conto di quanti dan­ni abbia arrecato l'ideologia del "piano a tutti i costi". Possibile che la terza generazione di architetti non abbia imparato la lezione? Le dinamiche economiche e sociali in cui viviamo sono sempre più veloci e i cambiamenti si susseguono rapidi. Il vecchio modello di pianificazione non è in grado di gestirle. Per questo la Regione To­scana ha introdotto il doppio binario del Piano strutturale e del Re­golamento urbanistico: il primo rappresenta la cornice strategica del­le scelte di pianificazione, il secondo - non a caso ridotto al rango di regolamento - definisce le scelte di governo del territorio. Ma bada­te bene: il Regolamento urbanistico non è la forma esclusiva di go­verno del territorio, perché accortamente il legislatore lo ha posto sul­lo stesso livello degli altri piani di intervento, cioè dei piani complessi, dei piani attuativi e degli accordi di programma. La Regione Tosca­na ha predisposto dunque gli strumenti per un governo del territo­rio più agile e dinamico, mettendo nel cassetto il vecchio modello so­vietico del piano onnipresente, che pretende di programmare l'im-programmabile. Oggi è necessaria una pianificazione flessibile, snella, che sappia cogliere al volo e gestire le opportunità di investimento, in un quadro  coerente di obiettivi pubblici .

Già il piano Detti , in una lungimirante visione di Firenze proiettata nella piana di Prato e di pistoia , aveva previsto uno sviluppo lineare della città  Un asse viario attrezzato , da San Salvi a castello , avrebbe costituito il supporto dei nuovi insediamenti, nei quali decentrare par­te delle attività direzionali del centro storico. L'asse attrezzato non è mai stato realizzato, ma il decentramento previsto da Detti è avvenu­to ugualmente e viale Guidoni ne è diventato l'asse portante, con l'in­sediamento universitario a Novoli, il Palazzo di giustizia, la sede del­la Cassa di risparmio e l'aeroporto. La linea due della tramvia diven­terà l'infrastruttura di comunicazione che legherà il nuovo polo di viale Guidoni al centro storico di Firenze e agli insediamenti della piana, primo fra tutti il polo universitario di Sesto. La tramvia prenderà dun­que il posto del vecchio asse stradale di Detti: non più un'autostrada urbana, ma un sistema moderno di trasporto pubblico su rotaia. Ebbene, l'area Toscolombarda si trova proprio al centro di quest'as­se, di fronte alla sede della Cassa di risparmio e al Palazzo di giusti­zia. E questo il nodo in cui Firenze sta costruendo il suo nuovo vol­to, la porta che racchiuderà l'immagine della città per chi la raggiun­ge dall'esterno. Questo nodo dovrà dunque distinguersi per una forte immagine architettonica e urbana, come quella delle antiche porte medievali, come quella che Giuseppe Poggi attribuì alle piazze del suo viale di circonvallazione. Se guardate l'architettura che Giorgio Gras­si ha dato alla sede della Cassa di risparmio vi renderete conto che egli ha ripreso l'immagine antica della città ideale albertiana: una quinta modulare e omogenea di facciate che implica e determina lo spazio antistante. Fatte le debite proporzioni, il meccanismo è quello del por­tico degli Innocenti di Filippo Brunelleschi che, collocato a lato del­la Santissima Annunziata, ha determinato uno spazio urbano al qua­le si è necessariamente adeguato l'edificio antistante. Così lo Spedale brunelleschiano già implicava una piazza fra le più belle del mondo. La monumentalità del Palazzo di giustizia di Leonardo Ricci non dà vita a uno spazio urbano, semmai lo disarticola. Ma è capace di por­si come elemento monumentale e focale delle visuali per chi arriva da viale Guidoni. Di fronte a essa l'elegante auditorium Telecom di Gio­vanni Michelucci costituisce un secondo elemento di sobria monu­mentalità. La modularità asettica di Giorgio Grassi implica invece la realizzazione di una piazza, il cui lato opposto non potrà che avere un impianto analogo, con le facciate degli edifici allineate parallelamen­te a quelle di Grassi. In questa piazza il monumento di Ricci vedrà accentuato il suo slancio verticale e il carattere di pezzo unico, di so­litaria e irripetibile opera d'arte; così il lato della piazza che farà da sfondo a chi arriva da fuori vedrà confrontarsi Michelucci e Ricci, le due anime opposte della scuola di architettura fiorentina: la regola aurea dell'armonia e la sregolatezza della forma fine a se stessa.

Dobbiamo dunque abbandonare un'urbanistica arida e pseudoscien­tifica, fatta di numeri e di destinazioni dei suoli, per tornare a un'ur­banistica che progetti innanzi tutto il volto e l'immagine della città, cioè la sua anima. Se la grande piazza monumentale non si formasse e si lasciasse venir su la lottizzazione privata come semplice alternar­si di edifici isolati, ciascuno nel suo piccolo lotto di parcheggi e di giardinetti, come è avvenuto nel resto del quartiere, avremmo perso un'occasione irripetibile per dare un'immagine forte all'ingresso di Firenze e per costruire un cuore nel disarticolato coacervo di case che formano Novoli.


Renzo Marietti, architetto e urbanista
tratto da il governo delle idee marzo 2012  n. 109

mercoledì 11 aprile 2012



la rivista di cultura IL GOVERNO DELLE IDEE
L'ADOLESCENZA OGGI : UN'IDENTITA' INQUIETA
Convegno Palazzo Vecchio , Sala d'Arme sabato 14 aprile 2012 , ore 10,00
ASSESSORATO ALL'EDUCAZIONE
Intervengono -  ROSA MARIA DI GIORGI Assessore all'Educazione
Gioietta Del Bianco Pietroniro Vice Pres. Ass. Firenze Magnifica
Geraldina Fiechter Giornalista La Nazione
Franco Cambi Prof.  Università di Firenze
Giovanni Cipriani Prof. Università di Firenze
Rossella Certini Prof. Università di Firenze
Valeria Angiolini Presidente AGI Toscana

martedì 28 febbraio 2012




Firenze Magnifica e A.G.I. Toscana


con il patrocinio del Comune di Firenze
organizzano


SEMINARI DI FORMAZIONE PEDAGOGICA
Opere Salesiane Firenze

Via Gioberti, 33 rosso Firenze
I SEMINARIO
17 Marzo 2012  ore 09.00-12.30
L'Osservazione nell'atto educativo e nell'apprendimento (Dr. Anna Borgia)
Supporti metodologici:
Dall'osservazione della realtà alla produzione culturale "originale" e "cooperativa" secondo il metodo della ricerca sperimentale di Idana Pescioli ( Dr. Valbruna Vicerè - Insegnante Pacinotti Anna )
Confronto e dibattito

II SEMINARIO
24 Marzo 2012 ore 09.00-12.30
L'importanza delle emozioni nel rapporto educativo alla luce delle nuove scoperte neuro-scientifiche - crescere sereni ( Dr.ssa Anna Borgia )
Supporti metodologici:
guida al controllo delle emozioni attraverso il movimento con importanti risvolti  di tipo motorio , di apprendimento , relazionale , secondo il metodo della ricerca sperimentale scientifica dell'ambientalismo attivo ( Dr. Piergiorgio Francia)
Confronto e dibattito

III SEMINARIO
31Marzo  2012 ore 09.00-12.30
Dall'infanzia alla preadolescenza : le trasformazioni gli affetti ed i comportamenti nelle relazioni (Dr.ssa Anna Borgia )
Soggettività e incontro con la realtà . modalità di sperimentazione e finestre di lettura per comprendere ed aiutare
Gioco e disegno attività indispensabili ad ogni età : dall'empirismo alla teoria scientifica in cui la realtà può essere toccata , plasmata  , modificata e spiegata lungo tutto il processo di crescita Dalla realtà giocata alla realtà vissuta nella preadolescenza  ( Dr.ssa  valeria Angelini  - Dr.ssa Blanca E. Aviles )
Confronto e dibattito 

I SEMINARI SONO A NUMERO CHIUSO .SARANNO ACCETTATE  LE PRIME 25 DOMANDE PERVENUTE ALL'INDIRIZZO agi.toscana@gmail.com
INDICARE NELL'ISCRIZIONE IL SEMINARIO A CUI SI INTENDE PARTECIPARE   








SEMINARI DI FORMAZIONE PEDAGOGICA SCHEDA DI ISCRIZIONE

SCHEDA DI ISCRIZIONE





SEMINARI DI FORMAZIONE PEDAGOGICA



Opere Salesiane Firenze

                Via Gioberti, 33 rosso Firenze





Nome e cognome



Qualifica


Indirizzo



Tel.                                                                              FAX



e.mail*

* E’ opportuno, onde evitare disguidi, che l’indirizzo e-mail sia indicato in stampatello





partecipazione al seminario del:_________________________________________________________


 

La scheda di iscrizione dovrà pervenire via mail all’indirizzo agi.toscana@gmail.com entro e non oltre il 10. 03. 2012.


INFORMATIVA

Ai sensi dell’art.13 del D.Lgs. 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali),La informiamo che i dati personali raccolti con il presente modulo saranno trattati esclusivamente ai fini dell’organizzazione del Corso e non verranno comunicati a terzi né in alcun modo diffusi al di fuori dei soggetti incaricati o responsabili dell’organizzazione.

giovedì 23 febbraio 2012

COMUNE DI FIRENZE : TRE SEMINARI PEDAGOGICI su L'Osservazione , le Emozioni e i Comportamenti nelle Relazioni













L’Associazione culturale “ Firenze Magnifica “,
 in collaborazione con il Comune di Firenze Assessorato all’Educazione, ha organizzato tre seminari pedagogici che analizzeranno attraverso supporti teorici e metodologici “elementi” importantissimi dalla scuola dell’infanzia alla preadolescenza: l’osservazione, le emozioni e i comportamenti nelle relazioni.
I seminari, grazie alla collaborazione con l’ Associazione Grafologica Italiana – Sez. Toscana, alla presenza di un rappresentante del Comitato Scientifico della Fondazione “Idana Pescioli” e la disponibilità della rivista culturale “Il Governo delle Idee” nonché al volontariato degli esperti relatori, sono completamente gratuiti.

I Seminari si terranno presso  l’ Istituto Salesiano – Via del Ghirlandaio nei giorni 17, 24, 31 Marzo dalle ore 9 alla ore 12,30.

Gli interessati possono espletare le preiscrizioni sul sito agi.toscana@gmail.com fino al 3 Marzo 2012. In accordo con l’Assessorato all’Educazione è previsto il credito formativo per gli insegnanti che ne faranno richiesta. Ogni seminario è a numero chiuso (25 partecipanti). Farà fede  la data di invio. 



Per “ FIRENZE MAGNIFICA “ Il Vicepresidente

       Ins. Gioietta Del Bianco Pietroniro


lunedì 20 febbraio 2012

UNA POESIA PER LA VITA modalità di partecipazione

Dodicesima edizione del Concorso “Una Poesia per la Vita”



            Proseguono le iscrizioni al Concorso “Una Poesia per la Vita”, promosso da ANLA – Consiglio Regionale Toscana in collaborazione con il Lions Club Firenze Bargello.

            Ogni poeta può inviare tre liriche dattiloscritte, in quattro copie, di cui una sola debitamente firmata e comprensiva delle generalità, dell’indirizzo, dei recapiti telefonici e dell’eventuale indirizzo di posta elettronica.

            Le liriche, ciascuna non superiore ai trenta versi, dovranno pervenire entro il 30 marzo 2012. Il contributo di iscrizione è fissato in Euro 20,00, da spedire o consegnare assieme ai dattiloscritti a:



ANLA – Consiglio Regionale Toscana


Via dei Neri, 27 – 50122 Firenze




            La cerimonia di premiazione dei finalisti si terrà nel mese di Maggio 2012.



            Per eventuali chiarimenti ed informazioni  si può contattare ANLA (tel.055-2302590 – fax 055-219820 – e-mail  sederegionaletoscana@anla.it), o consultare il sito www.anla.it/sedi/toscana/notiziario associativo.

Concorso
una poesia per la vita
dodicesima edizione 2012
1. Al premio sono ammessi tutti i poeti con un massimo di tre liriche inedite.

2. Le liriche, non superiori a 30 versi, dovranno pervenire entro il 30 Marzo 2012 in quattro copie dattiloscritte di cui solo una, firmata, dovrà recare le generalità, l’indirizzo ed il recapito telefonico dell’autore.

3. Le opere partecipanti dovranno essere inviate al seguente indirizzo: ANLA – Consiglio Regionale Toscana – Via dei Neri, 27 – 50122 Firenze.

4. A parziale rimborso delle spese organizzative è richiesto un contributo di Euro 20,00 che dovrà essere allegato alle poesie.

5. I testi non saranno restituiti.

6. La Giuria è composta da esponenti del mondo culturale fiorentino. Il giudizio della Giuria è insindacabile.

7. La cerimonia di premiazione dei finalisti del Concorso è prevista nel mese di Maggio 2012.

8. Al fine di offrire una panoramica delle poesie presentate, in occasione della cerimonia di premiazione sarà data lettura delle liriche segnalate dalla Giuria. I premi dovranno essere ritirati dai vincitori, o loro delegati, nel corso della premiazione.

9. Il trattamento dei dati personali che riguardano i concorrenti è svolto nel pieno rispetto della Legge 675/96.

10. Non è prevista la pubblicazione di alcuna raccolta delle opere partecipanti.

ANLA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE

SENIORES D’AZIENDA


Consiglio Regionale TOSCANA
Segreteria Organizzativa

Via dei Neri, 27 - 50122 Firenze

Tel. 055/2302590 - Fax 055/219820

e-mail: sederegionaletoscana@anla.it

in collaborazione con LIONS CLUB FIRENZE BARGELLO

domenica 19 febbraio 2012

ORIANA FALLACI SCRITTORE di Letizia d'Angelo


Venerabile Arciconfraternita  Associazione Nazionale  della Misericordia di Empoli
Seniores d’Azienda CENTRO CULTURALE  CONSIGLIO REGIONALE TOSCANA
Il Governatore della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Empoli
ed il Presidente Regionale dell’ A.N.L.A. Toscana
sono lieti di invitare la S.V. alla presentazione del libro
Sabato 24 Marzo 2012 presentazione del libro

ORIANA FALLACI  SCRITTORE
di LETIZIA D’ANGELO
Intervengono:
MARINO BIONDI  Università di Firenze
GIANNI CONTI Direttore Rivista “Il Governo delle idee”
LUCA NANNIPIERI Scrittore - saggista
 LUIGI TESTAFERRATA Scrittore - Giornalista
Sarà presente l’autrice
Sala Giovanni Paolo II - ore 17,00 Misericodia di Empoli – Via Cavour, 43/b - Empoli
Letizia D’Angelo è nata nel 1984 e si è laureata con il massimo dei voti in Filologia Moderna
nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze. L’autrice è passata attraverso esperienze letterarie che l’hanno vista premiata in diverse occasioni, prima per liriche giovanili e poi per racconti brevi, con uno dei quali - dedicato all’influenza del web sulla società contemporanea - è stata nel 2008 tra i vincitori di uno dei premi “Grinzane Cavour”.
Per questa “opera prima” di notevole spessore e di estrema attualità, a Letizia D’Angelo è stato assegnato recentemente uno speciale riconoscimento nell’ambito della XXa Edizione del prestigioso “Premio Fiesole Narrativa Under 40”.
La giuria del Premio, ricordando il modo antico di Oriana Fallaci di fare giornalismo con coraggio e distacco, ha voluto sottolineare come lo stesso coraggio e distacco si estrapolino chiaramentedalla lettura di questo libro.

martedì 14 febbraio 2012

IL PODESTA' STRANIERO di Giovanni Di Capua



Quella spruzzatina di patina neoparlamentare sbrigativamen­te e graziosamente concessa al professor Mario Monti per consentirgli di dar vita a un governo di ottimati somiglia tan­to alle procedure adottate da Carlo Alberto, riluttante ad abbando­nare l'assolutismo, a concedere nel 1848 - buon terzo dopo il re del­le Due Sicilie e Pio ix - uno statuto octroye, un tantino abborraccia­to in pochi giorni pour épater le bourgeois per dare un contentino a banchieri e industriali coi quali il regno piemontese era fortemente indebitato.
Tutti felici, tutti contenti, porgenti inchini e riverenze verso l'in­venzione che il monarca repubblicano ha consegnato a un forbito Monti perché ne ricavasse il più largo consenso delle camere del­l'era postfascista?
Francamente qualche dubbio ci insorge. Se non altro perché la stampa straniera, ultimamente da molti evocata come la castigatrice degli ulti­mi governi show, ci chiede dove sia finita la nostra democrazia e, con­seguentemente, la nostra politica di cui menavamo vanto in Europa. I tecnici dovevano provvedere a sedare i mercati e a frenare le specu­lazioni finanziarie. Appena si è sollevata qualche timida voce a ram­mentare che la democrazia è in qualche modo garantita dalla politica, non dai banchieri che fanno soldi con l'aiuto dello Stato, la si è mes­sa a tacere neppure si trattasse di nostalgici del recente passato non propriamente glorioso, o di malati di formalismo, ovvero di disturba­tori dei nuovi manovratori, tanto eccellenti persone singolarmente prese, quanto sprovveduti parvenues politici collettivamente valutati. Diciamolo umilmente: l'Italia politica e la non robusta democrazia del Belpaese sono state commissariate: disperse, brutalmente esposte a una involuzione che mette in discussione sia la costituzione formale che quella materiale di questo sciagurato paese di dissipatori di con­tenuti e forme di democrazia. Viene da chiedersi dove siano finiti i custodi inflessibili della carta del 1948 giudicata immodificabile; e do­ve si siano rintanati i giureconsulti del costituzionalismo creativo che s'impantanano nel subire gioiosamente e dilettantisticamente il con­cetto di popolo sovrano.
Ai primi di agosto 2011 il professor Monti deliziosamente rammentò la figura del "podestà forestiero", tecnico professionale delle gestioni di potere nell'età comunale. Col senno di poi si potrebbe asserire che già allora, con lucida premonizione, l'ex rettore aveva avanzato la pro­pria nomina a capo del governo di un'Italia parlamentare divisa dal­le risse bottegaie; ma quasi nessuno colse allora il significato recon­dito di quella anticipazione accademicamente stimolante, politi­camente imprevedibile e discutibile.
E ora che si fa? Allestiamo un mutamento di sistema come se si trat­tasse di una replica paludata alle barzellette del gaudente Berlusconi? Noi siamo dei moderati, delle persone tranquille, né animose, né re­calcitranti verso ciò che non ci convince. Ma invochiamo il diritto al dubbio; e, con ciò, pensiamo di trovarci in buona compagnia di buo­na parte degli italiani: compresi parecchi di quei senatori e deputati che, in quarantott'ore, hanno ascoltato dichiarazioni di intenzioni non propriamente chiare, interventi millimetrati per far presto, di­chiarazioni di voto espresse senza entusiasmo votando a occhi bassi una "cosa" che sapeva di dente marcio e non invece di un infisso strut­turale curabile e salvabile.
Personalmente ne ho viste tante nella mia esperienza di militante e osservatore politico, un tempo frequentatore assiduo di Transatlanti­co e del salone Garibaldi; mai però mi ero imbattuto in un governo privo di legittimazione popolare. Neppure i governi Pella e Tambro-ni sono richiamabili come precedenti presidenziali. C'è chi ha volu­to in aula, a Palazzo Madama, ricordare la svolta di Salerno che, gra­zie a Togliatti, fissò il clamoroso compromesso fra comunisti appena usciti di clandestinità e una monarchia in declino. Ma non si dimen­tichi che, in verità, non fu il "Migliore" a dettare quella svolta epoca- : le, bensì personalmente Stalin: il leader sovietico aveva convenienza m uscire dalla minorità estrema fra le grandi potenze in lotta per la con­quista del mondo e a trovare il proprio tornaconto in una alleanza con; gli inglesi - cui toccava in sorte l'influenza sull'area mediterranea - aij quali premeva salvare la monarchia sabauda, mentre gli americani era­no, per cultura e scelta democratica, repubblicani e antitotalitari. Come si vede, il governo dei professori, col suo dichiarato «grandem lavoro da fare», ha cominciato con indebolire le basi stesse della de­mocrazia repubblicana italiana. Questo va detto con franchezza e sen­so di responsabilità: anche se, tra i ministri, possiamo avere degli ami­ci autorevoli e coscienziosi. Anzi, proprio per tale ragione, vogliamo sperare che siano proprio loro a rendersi conto che, lasciando corre­re come si trattasse di questioni minimali e marginali, ci allontania­mo anni luce dalla democrazia plurale di Alcide De Gasperi e dalla democrazia compiuta di Aldo Moro.
Ragioniamoci su. Non diamo ai giovani un'idea di democrazia priva di libertà, di politica e dei fondamenti stessi di uno stato democratico. L'ossequio ai tecnocrati di Bruxelles può trovare giustificazioni mo­netarie contingenti. Ma l'Europa che sognavamo era tutt'akro. Evi­tiamo di accrescere, irresponsabilmente, l'euroscetticismo: che non è un male oscuro e rischia di separarci da una fede sovranazionale di civiltà che, per decenni, era parsa impermeabile all'egoista mercati-smo dei grandi burocrati, maestri di econometrismo, non certo di economia politica europea anzitutto libera e democratica.
 Giovanni Di Capua  ( politico e scrittore)