mercoledì 18 gennaio 2012
giovedì 5 gennaio 2012
IL SINDACO ? RESTI CON NOI - Gianni Conti
Per il secondo anno, i giovani invitati da Matteo Renzi, sindaco di Firenze, si sono riuniti per discutere del Partito democratico; del rapporto esistente e del ricambio tra giovani e "vecchie facce" della politica italiana; delle divisioni e dei limiti della sinistra nel fronteggiare il cosiddetto "berlusconismo"; della necessità di presentare un giovane alle primarie interne al Pd per la candidatura a premier; e infine, formulare "Cento idee" per assicurare un futuro alle nuove generazioni e, quindi, al Paese. In buona sostanza, tutte questioni di grande interesse politico e sociale. Tuttavia, occorre premettere che non si è trattato di una sorta di "Consiglio della Rivoluzione", ma di una libera manifestazione di giovani e meno giovani, con lo scopo primario di orientare e proporre nuove idee, nuovi metodi e, possibilmente, una nuova strategia per portare la sinistra al governo del Paese.
Dunque, non si è deciso nulla che abbia riflessi immediati sulla politica nazionale e sullo statuto del Pd. Però "l'adunata" di Firenze ha ottenuto un successo di proporzioni notevoli, nonostante sia stato anticipato da altri giovani: trentenni, quarantenni, maturi, che si sono radunati in altre significative città d'Italia per manifestare il disagio del mondo del lavoro di milioni di giovani, ma il tutto senza polemiche nei confronti della dirigenza nazionale del Pd.Questo giovane sindaco, di altissima abilità comunicativa e mediática, bene e nel male, ha scoperchiato le pentole, con molto "populismo centrista", di tutti i disegni elettorali delle opposizioni al centrodestra. Le primarie non saranno più Bersani-Vendola. La compagnia potrà allargarsi anche a Zingaretti e Chiamparino. Ora, però rimane difficile conciliare il ruolo di sindaco di Firenze con quella di protagonista della politica nazionale. Tant'è che la domanda che spesso si fa è: "Lei si candida alle primarie?". Un sindaco di Firenze deve onorare la fiducia che gli ha dato la stragrande maggioranza dei fiorentini. Sarebbe un vero e proprio "tradimento". Una "fuga" incomprensibile". E poi, oggi come oggi, senza le elezioni anticipate a primavera prossima, il Governo Berlusconi si può sostituire solo con una personalità di indiscusso spessore e competenza internazionale. Dunque, siamo realisti! Diamo il tempo al tempo. Facciamo trionfare le idee, il cambiamento e la rinascita economica; dopodiché gli italiani sapranno scegliere al meglio! Infatti, vien da chiedersi: dinanzi a uno spaccato di grande crisi economica, debito pubblico, disoccupazione, inflazione, giovani con un futuro incerto, carovita, banche in difficoltà, imprese senza il credito sufficiente, chi ha la ricetta del successo? Anche se molte sono le proposte oggi sul tavolo dei partiti politici dell'opposizione che possano rappresentare soluzioni-tampone per specifici problemi. In questo contesto, molte idee dei cosiddetti "rotta-matori" vanno esaminate con la massima attenzione e rispetto. Oramai, tutti sappiamo che solo una società in sviluppo, che lavori a pieno ritmo e produca reddito, che generi idee nuove e nuove iniziative sul piano tecnologico, può trovare le risorse economiche, organizzative e culturali per affrontare e risolvere le svariate problematiche che rendono debole la nostra crescita. Matteo Renzi ha capito, come lo capirono tanti secoli fa Cola di Rienzo e Michele di Landò, che larghe sacche di malessere lacerano il tessuto sociale, soprattutto nelle grandi aree urbane; che il fenomeno Grillo non è nato per caso, che l'"an-tipolitica" è in forte crescita per colpa di tutta la classe dirigente italiana: politici, industriali, grandi burocrati, banchieri, pensionati d'oro ecc. Le centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione, i milioni di giovani disoccupati o precari che hanno la prospettiva di una vita miserabile, ha scatenato un'indignazione nell'opinione pubblica. Soprattutto quella classificata come ceto medio. Renzi è stato costretto a usare un linguaggio volutamente di provocazione e di sfida generazionale. Solo "strappando" con la casta e i politici di Roma la gente ti ascolta!
Dunque Big Bang! Per avviare un dibattito. Una forte provocazione per avviare un processo di ricostruzione della sinistra politica e sociale all'interno del Pd. In passato, salvo alcune eccezioni, la sinistra era un esempio sul piano etico. Lo stretto legame con le forze sociali che sempre l'ha caratterizzata, il rigore morale con cui ha condotto tante battaglie, il rifiuto dell'opportunismo, la passione politica, erano una forza di attrazione. Tuttavia, non sta a noi dettare suggerimenti per il presente al Pd, in ordine al rinnovamento della sua classe dirigente che, peraltro, a livello di partito a Firenze è giovanissima. Possiamo, tutt'al più, dire qualcosa sulla rapida ascesa di Matteo. Pertanto non sono dissacrante, né dico una cosa sconosciuta, affermando, per esempio, che Renzi, segretario provinciale della Margherita, non era certo un modello di diplomazia, né ovattato nel linguaggio. Anzi, era crudo e asciutto. Dico questo con un'enorme simpatia e, soprattutto, per mettere in risalto quello che ritengo la sua caratteristica più propria: la provocazione e l'ironia per mettere a confronto le opinioni, le diversità delle proposte e delle tesi. Cioè, verificare lo stato di fatto e le possibilità di cambiamento reale. Insomma, un politico coraggioso che non ama il quieto vivere o i modi melliflui. Dunque, sempre in testa, mai in coda. Del suo ruolo di Sindaco è ancora presto per giudicare; sia per il periodo breve da valutare, sia perché la sua notorietà, a dimensione nazionale, non è tanto dovuta alle scelte amministrative, quanto alle sue esternazioni mediatiche sul ricambio della classe dirigente del suo partito, nonché alle mobilitazioni giovanili per rilanciare la politica del fare. Ecco perché, l'opinione pubblica, sempre più stanca, e disaffezionata, della politica degli ultimi anni, è alla ricerca (possibilmente indolore) di volti nuovi, anche populisti, purché decisi a rimettere tutto in discussione nonostante le "finestre aperte" sul mondo intero, che ci guarda per la persistente crisi economica non assecondata da una politica di riforme e di rigore equilibrato tra lavoratori e benestanti. La vicenda di Matteo Renzi ci riporta alla storia di un movimento turco, composto essenzialmente da giovani arrabbiati e indignati con il vertice, al potere in Turchia. Nonostante il tempo trascorso, e il diverso contesto storico e sociale, questi giovani, denominati "Giovani Turchi", presero il potere. Inizialmente si trattava di un'associazione segreta ottomana, sorta sul finire dell'Ottocento a opera di studenti, intellettuali e giovani ufficiali, con lo scopo di rinnovare le insufficienti e corrotte antiche strutture dell'Impero; di ridare vitalità e ardore alla vita del Paese con un'organizzazione statale moderna e democratica. Questa è una storia molto diversa e di tempi remoti. Però i movimenti dei giovani sono quasi sempre mossi da ideali e, dunque, portati a espandersi in modo contagioso e vitale. Anche se da noi la democrazia e il pluralismo sono capisaldi che garantiscono il libero pensiero a ogni cittadino nel rispetto delle leggi e della Costituzione. Oggi ci sono sofferenze sempre più diffuse per le situazioni di privilegio che creano un senso di grande disaffezione per la politica ma, soprattutto, per i politici in carriera permanente. Il clima del paese è rovente perché la ripresa della crisi economica appare sempre più lontana. Purtroppo i riti della politica sono lunghi e farraginosi, mentre i mercati internazionali sono sempre più spietati, in particolare con Italia e Spagna, e, pertanto, sarà sempre più difficile placare la voglia di cambiamento e di affannosa ricerca di una via d'uscita. Ecco perché, le provocazioni del sindaco Renzi e di qualche altro esponente Pd, lontano dalla stanza dei bottoni, trova ascolto e fa aumentare gli indignati anche tra i benpensanti.
I giovani, gli indignati non violenti, i disoccupati, i precari e i "sommersi" si sono uniti nella denuncia e in piazza, hanno chiesto il risanamento del grave disordine morale che inquina la vita pubblica italiana.
Tuttavia, il nuovo corso della politica italiana non potrà avvenire per mezzo delle primarie. Sarebbe una pia illusione. Sono i congressi che stabiliscono la politica, le linee strategiche, i programmi e, molto spesso, anche le alleanze di governo.
Nonostante le possibili ambiguità e l'impazienza del sindaco di Firenze, di Civati, Serrachiani e altri, il messaggio è servito a diffondere una presa di coscienza forte della necessità di un deciso intervento formativo delle coscienze a livello di impegno politico e sociale. Un corretto richiamo per una mutazione profonda sul piano culturale, politico e operativo non si presenta certo come cosa facile. Altro che primarie! Io ritengo che i nodi non può scioglierli un vincitore di primarie. E necessario il Congresso; un congresso che faccia leva su quella che papa Giovanni xxm chiamava "moralità laica", fatta di giustizia ricercata, di dignità dell'uomo, di difesa dei diritti umani, di libertà assicurata socialmente. Ecco perché la crisi economica e politica del nostro Paese avverte il bisogno di una rinnovata formazione civica, che sviluppi una cultura di solidarietà. Sindaco, resta con noi! A Firenze, la "città sul Monte" del sindaco Giorgio La Pira.
Gianni Conti
articolo riportato dal Governo delle idee mensile di politica , cultura , economia n. 104/105
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