mercoledì 8 agosto 2012


I DEHORS, I PACCHIANI "SALOTTI" DELLE TRATTORIE FIORENTINE


di Giovanni Malanimo.
Ritorno  ancora una volta, anche sollecitato dal direttore Gian­ni Conti, su un argomento relativo al decoro degli spazi pub­blici: vie e piazze di questa città. Sulla volgare crescente occu­pazione dei luoghi, anche i più prestigiosi e sensibili a qualsiasi intru­sione. I salotti buoni di Firenze e quindi dei fiorentini sono diventati gli stessi dei vari gestori, e proprietari di locali per la ristorazione. Per camuffare il tutto è stata usata una accattivante parolina esotica: l'av­verbio francese dehors (fuori), per indicare quelle strutture che vanno dalle semplici pedane recintate, ai più ingombranti gazebo, fino a ve­re e proprie costruzioni in acciaio e vetro. Piazza San Giovanni, piaz­za della Signoria, piazza della Repubblica, tre luoghi simbolo della cit­tà, sono stati letteralmente invasi da queste strutture.
In piazza San Giovanni, a nord del Battistero, è stata occupata quasi l'intera carreggiata stradale, tanto da limitare la mobilità dei nume­rosi pedoni, in gran parte turisti. Saremmo quasi tentati di rimpian­gere il fatto che da lì non ci sia passata la tranvia. In piazza della Si­gnoria, su i due lati che fronteggiano il Palazzo Vecchio, di anno in anno stanno avanzando i tavolini, giunti ormai fino a metà piazza. Mi domando il motivo per cui sia stata fatta la proposta, interessan­te, di riquadrarla in campiture di cotto; per l'uso che se ne fa tanto vale lasciarla cosi com'è. In piazza della Repubblica, che ricalca l'an­tico foro romano, tra l'altro la più deputata a ospitare queste strut­ture che fino a oggi convivevano piacevolmente con quel luogo libe­rato da tempo dal traffico, sono stati realizzati sul suolo pubblico dei veri e propri "edifici" di acciaio e vetro, costruiti quasi in concorren­za con quelli che perimetrano la piazza. Chissà cosa direbbero gli sto­rici personaggi frequentatori delle Giubbe Rosse. Tralasciamo, per carità di patria e per non abusare della pazienza dei lettori, tutte le al­tre piazze e strade nelle solite condizioni, che concorrono anch'esse al generale degrado della città, dove talvolta questi interventi costi­tuiscono anche un intralcio alla sicurezza della circolazione.
Avevamo sperato che la nuova "cultura dei vuoti" e la solerzia con cui si è fatta "piazza pulita" di alcuni luoghi prestigiosi, fosse stata real­mente tale. Evidentemente ci eravamo sbagliati. Questi vuoti sono stati rapidamente riempiti nel modo in cui abbiamo visto. Una sor­ta di megamangificio dove regna sovrana lei: la pizza. Ma dove si so­no rifugiati, oltre all'amministrazione comunale, l'organo di tutela ambientale come la Soprintendenza? Forse è giunto il momento di ripensare questa politica con un po' più di misura e attenzione, ma soprattutto di rispetto per questi luoghi unici al mondo.

Nessun commento:

Posta un commento